Il misterioso antico Egitto, tra faraoni,  dei,  credenze, fiabesche inimmaginabili ricchezze, ha sempre esercitato su di me un forte fascino.  E' stato però un nome legato  ad un'esistenza stroncata a soli 19 anni  ( inizialmente quasi ignorata fino alla sensazionale scoperta della  sua tomba), ad avermi intenerito e spinto a ricercarlo, conoscerlo attraverso  varie letture.  Dalle stesse, il faraone fanciullo è  emerso in tutta la sua fragilità aggravata dalla salute estremamente cagionevole, che ha reso troppo  breve la potenzialmente fortunata, sfolgorante esistenza.  Bimbo sradicato ai giochi, a soli nove anni, Tutankhamon ( immagine vivente di Amon),  fu chiamato ad assolvere un compito arduo, inadeguato. Quello di sovrano,  dodicesimo Faraone della XVIII  dinastia del Nuovo Regno. Periodo, che portò al Paese  immane splendore e il passaggio dai sacerdoti di Aton, a quelli del dio Amon. Presa in sposa la giovanissima Anthesenamon, il sovrano fanciullo, già costretto a camminare con il supporto di bastoni,  regnò per soli nove anni (dal 1336, al 1327 a.C.), affiancato da un Consiglio di Reggenza.

 Se è  certa  in Akhenaton, la paternità,  dubbia  permane ancora la figura materna. Tra le   potenziali genitrici, non viene escluso  neppure il nome  della bellissima regina Nefertiti.

Nella civiltà egizia dell'epoca, quella del Faraone era  figura venerata, considerata ponte tra l'umano e il divino. Incarnazione  di Maat,  figlia di Ra ( il dio Sole ), sorella  di Thot ( dio della sapienza). Dea  che rappresentava la  giustizia, la verità, la  rettitudine assoluta  a cui non solo gli uomini, ma anche i re e gli dei non potevano sottrarsi. Ordine, armonia e sicurezza che il Faraone, aveva il dovere di assicurare ai  propri sudditi.  Sfatando precedenti convinzioni che  avevano attribuito la  sua prematura scomparsa  a mano omicida,  il giovanissimo re,  sembra sia  deceduto in seguito a complicanze subentrate  ad una gamba, rese ancor più pesanti dalla malaria. Come i predecessori del Nuovo regno, trovò sepoltura nella <Valle dei Re>, territorio arido sulla sponda occidentale del Nilo, in facciata a Karnak (dimora del re degli dei Amon-Ra e di tutti i Faraoni dal <Nuovo Regno> in poi ) e Luxor ( antica Tebe. Capitale dell'Egitto imperiale, si estendeva lungo la riva orientale del fiume Nilo. Primo centro artistico/culturale, divenne città florida, grazie all'attivo commercio),    nelle cui viscere venivano scavate lunghe gallerie riconducibile alle grandi tombe reali. Gli accessi  sapientemente mimetizzati, erano occlusi  da grosse pietre. Il riposo eterno del giovane faraone, fu bruscamente  interrotto  nel 1922.

Nel 1907, il destino fece incontrare tre uomini appassionati di egittologia.. L'archeologo inglese Howard Carter,  il nobile  Lord  Carnarvon e l'americano Theodore Davis. Carter, era fermamente convinto che tutte le tombe  della XVIII dinastia, si trovassero nella zona sopra citata.  Anni di scavi, avevano portato alla luce, la magnificenza di altri sepolcri ( ben 63 ). Ne mancava però  uno, ancora velato di mistero.. Non pago di sei anni di insuccessi,  contando sulla  fortuna che sino a quel momento lo aveva sostenuto, ottenuta da Gaston Maspero, direttore delle Antichità Egizie, l' ennesima  licenza, riprese cocciutamente a scavare. Si concentrò  intorno alla tomba di Ramesse VI, mettendo in atto una nuova programmata strategìa. Fregiò ogni rettangolo   di terra con una "X",  atta a mettere in evidenza,  quelli precedentemente visionati. La suddivisione, lo portò  a scoprire un  punto non esplorato.

Proprio lì, l'archeologo decise di riaffondare le pale. Dalla sabbia, inaspettatamente, emerse un gradino. Rimossa, ne evidenziò un secondo. Poi altri, fino a contarne 16. Quindi una porta che immetteva in un corridoio intasato, riconducibile ad una seconda. Ipogeo esternamente, apparentemente modesto, custodiva nelle sue stanze un tesoro inestimabile,  senza paragoni. L'entusiasmo lo portò ad inviare tempestiva comunicazione a Lord Carnarvon. Per procedere, lo avrebbe atteso.  La tomba, inviolata, era  ancor provvista di   sigilli integri. Venti giorni più tardi, il nobiluomo lo raggiunse  con la figlia Evelin, per sovrintendere all'apertura della prima porta. L' eccitazione alle stelle, era tenuta sotto controllo dalla proverbiale calma di Carter che, affrontato il lungo lavoro di rimozione delle macerie,  praticò poi un foro abbastanza grande da permettergli, supportato dalla tremolante luce di una candela, di infilarvi il capo. Quanto intravvide, lo lasciò senza respiro.  ("Vedo cose meravigliose..!" ).

Il 27 novembre, la porta cedette. Alla luce di una torcia,  dinnanzi agli occhi dei presenti ( a Carter, Carnarvon e a sua figlia, si era aggiunto il nuovo egittologo Callender ), comparve uno spettacolo straordinario. Oro, oro ovunque pure nelle statue, nei  sontuosi oggetti ed arredi.  Tra lo sfavillìo del trono, cofani, vasi in alabastro,  parti   di preziose carrozze smembrate,  neppure nella seconda stanza laterale, vi  era  però traccia del giovane Faraone... La notizia  della grandiosa scoperta,  era nel frattempo rimbalzata in tutte le  parti del mondo, provocando un effetto mediatico prorompente. Tutankhamon,  faceva riempire pagine di giornali, attirando  inevitabilmente, ininterrottamente, alla sua ultima dimora, fotografi, turisti, studiosi che rischiarono con la loro ingombrante presenza, di mettere in crisi   la continuità dei  lavori.

 Il 17 febbraio del 1923, affiancato da scienziati e gente del governo,  Carter  varcò la terza porta. Il sovrano fanciullo,  era lì. Riposava da 3500 anni in un preziosissimo, gigantesco catafalco in oro e maiolica azzurra, composto da quattro bare incastonate l'una nell'altra. Dall'ultima, la quarta, completa del sigillo reale, emerse un  grande sarcofago in quarzo giallo, chiuso da una lastra di granito, rimosso   Il 12 giugno 1924.  Il viso del giovane Faraone, era  ricoperto da una maschera in oro,  fedele  calco del suo stesso volto. Nello stesso prezioso materiale, erano rivestite  le mani. Unici perticolari della mummia imperiale, non intaccati dagli oli e dalle  resine utilizzate durante l'imbalsamazione. Il resto del corpo, risultava lavorato a rilievo.  L'11 novembre  del 1925, dopo la  prematura scomparsa di Lord Carnarvon, Carter,  riuscì a riportare alla luce i resti mummificati e mal conservati,  nella loro integrità.  Esami  di laboratorio riportati sugli stessi, ricondussero alle  caratteristiche fisiche del ragazzo. Alto un metro e 65,  era di corporatura  esile, minuta. La tecnologia, in seguito,  gli ha ridonato anche  il volto. Quello di un giovane  bello, dai tratti regolari, delicati.                

 

La morte prematura del ricco aristocratico, in seguito ad una puntura di insetto, la successiva scomparsa di altri personaggi  riconducibili al ritrovamento della  tomba, alimentò il timore e la convinzione che la stessa, fosse  realmente collegata ad  una spietata  maledizione. Nell'ingresso, Tutankhamon, sembra avesse fatto imprimere la seguente frase:

          < La morte colpirà con le sue ali colui che ha turbato il sonno del Faraone >. 

I numerosissimi oggetti dalla stessa  provenienti, sono custoditi  nel  Museo Egizio del Cairo.

L' Egitto dell'epoca,  era  distinto in tre regni, intervallati da due periodi intermedi.

                                              L' Antico, che  andava dal 2686 al 2160 a.C.     

                                              il  Medio , dal 2055 al 1650  a.C.

                                              il  Nuovo, dal 1550 al 1069 a. C.

Sovrane e principi, avevano un differente  luogo di sepoltura. La "Valle delle Regine", posta a sud ovest della " Valle dei re", ospitava in gran parte quelle  appartenute alla XIX e XX dinastia. Le tombe, simili a quelle regali,  erano in realtà, molto più semplici, diversamente e vivacemente  decorate.

Per gli antichi egizi, la morte sopraggiungeva quando il Ka (lo spirito ), si separava dal Ba ( il corpo ). Il rito della mummificazione del cadavere, assumeva grande importanza perchè necessaria al defunto per mantenere coscienza della propria identità, sino a quando si fosse identificato con  Ra ( il dio sole ).

Quando un faraone moriva, nella sala di Maat,( alla quale per l'incoronazione, aveva prestato giuramento), si procedeva alla pesatura del suo cuore, con la piuma della giustizia. Al cospetto del tribunale di Osiride ( sposo-fratello di Iside e padre di Horus. Giudice supremo e sovrano dell'aldilà),  il defunto doveva portare totale discolpa in merito ad atti scorretti che avrebbe potuto aver commesso in terra.  La  "dichiarazione di innocenza", includeva la propria estraneità a violenze nei confronti dei genitori, a crimini, sfruttamenti altrui, a atti di ingiustizia. Doveva garantire di non aver pianificato congiure,  di non essere stato blasfemo. Non reo in merito a tutto quanto riportato nel  < papiro di Ani >, più conosciuto come < Libro dei morti >.

Dal luogo della mummificazione ( casa della vita), partiva infine la processione funebre, preceduta dal baldacchino recante il sarcofago adorno di fiori. Dietro, i familiari seguiti da un lungo corteo trasportante  tutti gli oggetti, appartenuti in vita  al trapassato. La stessa,  si snodava lungo il Nilo, sino al raggiungimento della tomba, per  la purificazione finale della mummia,  a base di acqua e incenso.

Tutto quanto faceva parte dell'essere umano, morte inclusa e della stessa natura, era tutelato  da numerose divinità. Alle  loro statue,  potevano accedere unicamente il grande sacerdote ed il re. Tre volte al giorno, le stesse venivano cambiate d'abito. Evocando poi i ka, veniva loro  offerto cibo e bevande. Al termine del rito, le porte del tempio venivano risigillate e il grande sacerdote doveva  cancellare le proprie tracce umane di sabbia, lasciate sul pavimento.

                                                                                 Alcuni dei numerosissimi dei:

 

                                            

( Elaborazione immagini di Claudia  )

   

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