Elisabetta d’Austria ( 1837- 1898), è diventata famosa come Sissi, non solo perché parte integrante del mito asburgico, ma anche grazie al cinema che si è sovente occupato di lei.

Appartiene ad un ramo della Dinastia Wittelsbash che regnò in Baviera sino al 1918, anno il cui ebbe fine l’Impero tedesco.

Nasce a Monaco di Baviera il 24 dicembre 1837. E’ figlia terzogenita del duca Massimiliano Giuseppe di Baviera e di Ludovica ( figlia del re Massimiliano 1° di Baviera e sorella dell’arciduchessa Sofia, madre del suo futuro sposo).

Sono i familiari ad imporgli il diminutivo di Sisì.

Di natura ribelle, diserta la disciplina che il suo rango le impone, favorita dagli stessi genitori che hanno improntato la propria esistenza, su un contatto umano, indipendente, lontano da obblighi e privilegi di casta.

Per estraniarsi dalla realtà e superare i momenti di crisi, Sisì scrive poesie. (Tra le tante, ne ho letta una dolce, struggente.. Non aveva che 16 anni quando la compose. Stava per lasciare Possenhofen, la sua terra, la sua adolescenza, per raggiungere Vienna verso la nuova vita....). Adora l’equitazione. Incontra Francesco Giuseppe nel 1848… Lei ha undici anni, lui diciotto, ma solo nel 1853 i due ragazzi si innamorano.

La sera del 21 aprile 1854, attraversa il confine austriaco. Scende lungo il corso del fiume Danubio, su un battello debitamente addobbato per l’occasione, alla volta di Vienna. Il matrimonio, che le impone il titolo di imperatrice d’Austria, viene celebrato il 24 aprile del 1854 dal cardinale Rauscher. La giovane sovrana si dimostra subito insofferente agli obblighi di corte ed alle imposizioni della suocera che vanta potere decisionale sulla stessa educazione dei suoi figli.

Dall’unione con Francesco Giuseppe, ne nascono quattro. Sofia, che perderà in tenerissima età, Gisella, Rodolfo, agognato erede al trono, che morirà  suicida a 31 anni e Valeria. L’8 maggio del 1867, Francesco Giuseppe e la sua sposa vengono incoronati re e regina d’Ungheria. Quest’ultima, non mostra molto interesse per le questioni politiche, ma segue il marito nelle cerimonie e nei viaggi ufficiali. Il suo innato carisma, a Budapest, conquista gli ungheresi, ridonando smalto all’immagine del consorte, appannata dall’ostilità dell’arciduchessa Sofia, nei confronti della popolazione in oggetto.

L’imperatrice triste, pur di star lontana da Vienna, viaggia molto. L’ossessione per l’implacabile trascorrere degli anni che tendono ad offuscare la sua avvenenza, i continui conflitti con la suocera, l’inasprimento del rapporto coniugale, l’allontanano progressivamente ed inesorabilmente dallo stesso sposo.

Il 10 settembre del 1898 muore a Ginevra, assassinata dall’anarchico italiano Luigi Licheni, lasciando, di sé, immagini di altero splendore ed una favola dai risvolti talvolta drammatici, che continuerà ad alimentare la fantasia di registi ed affascinati scrittori.

 

 

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