E' il 1810 quando a Zwickau, in  Sassonia, nasce  Robert Schumann. Il  padre, August è uomo di cultura.  Editore e scrittore presto avvicinerà il figlio a musica e letteratura;  a tutto quanto servirà a fare di lui un uomo di profondo spessore. Un  intellettuale  romantico che   infonderà conoscenza ed animo,  in quelle che saranno le sue grandi composizioni. Caratterialmente  è estremamente sensibile ed irrequieto,  disponibile, altruista. In quella manciata d'anni che si consuma tra l'infanzia e l'adolescenza, è lo stesso destino nefasto ad accomunare   Beethoven, Tchaikovsky e Schumann.

Se i primi  due, perdono prestissimo l'adorata madre, il terzo, nel 1826,  all'età di 16 anni, è stroncato da due pesantissimi lutti. Muore  il genitore, suo  primario sostegno, si spegne suicida la sorella molto ammalata.

 Come Tchaikovsky, pure il giovanissimo Robert, si iscriverà, per costrizione materna, alla facoltà di legge   ( a Lipsia nel 1828 ).  Riprende nel contempo  lo studio del pianoforte con il maestro F. Wiech, presso il quale si trasferirà, nutrendo profonda ammirazione nei confronti dell'unica sua  figlia.  Incontra la piccola Clara, già promettente pianista, per la prima volta a 17 anni. Lei ne ha soltanto 8 e si sta esibendo in un  piccolo concerto presso l'abitazione del direttore di una casa di cura psichiatrica.  Inizialmente, la sola passione che li unisce,  è quella per la musica. Giurisprudenza è un settore che non riesce a coinvolgerlo. Il rendimento e l'impegno, rimangono assai scarsi. Con il permesso materno, nel tentativo di ovviare al problema, il ragazzo decide di trasferirsi all'università di Heildelberg, in cui docente, è il giurista - filosofo, grande intenditore musicale Anton Friedrich Thibaut ( 1772 . 1840). Sarà lui ad appurare  le grandi doti artistiche  del ragazzo e  a dirottarlo  verso la composizione. Il 1830, per il giovane talento sassone, si rivela un anno denso di emozioni. Le stesse,  lo porteranno  a scelte importanti, mutamenti radicali.   Ha l'opportunità, in quel periodo,  di ascoltare  gli incredibili virtuosismi di Niccolò Paganini ( 1782 - 1840 ), uno tra i più grandi, ma anche  inquietanti violinisti dell'800. Ne resta turbato.  Tanto profondamente colpito,  da decidere di abbandonare   gli studi di legge. E' il 1831 ad offrire  un primo  saggio  della sua   creatività, concretizzata in  12 brani per pianoforte. Li  chiamerà " I papillon " ( Le farfalle ). La fatalità è però in agguato. Schumann, proiettato verso una sempre più perfetta tecnica di esecuzione pianistica, è colpito da paresi irreversibile  ad una mano e  costretto  a smettere di suonare.

Nel 1834 fonda  la "Neue Zeitschrift fùr Musik", un'importante rivista musicale. La piccola Clara,  nel frattempo è cresciuta anche musicalmente.  Il giovane compositore,  rivedendola  se ne innamora. E' il 1936, vorrebbe sposarla. Tale logica conclusione del sentimento che li unisce, viene però ostacolata dal padre della ragazza.  Wieck, teme che il matrimonio possa compromettere la  brillante carriera artistica della figlia. I due giovani, solo nel 1840, (allo scoccare del suo ventunesimo compleanno)  riusciranno finalmente a coronare il loro sogno d'amore. Seguirà un periodo  profuso di  serena tranquillità  in cui Robert comporrà, tratti da pagine letterarie, 150 splendidi  lieder.

La prima figlia, nasce nel 1841 insieme alle tre sinfonie, all'ouverture op.52 e al Concerto per pianoforte. L'anno successivo, compone il quartetto per pianoforte op. 47 ed il quintetto op.44. Il 1843, lo vede docente al Conservatorio di Lipsia. Un cospicuo numero di concerti affrontati nel 1844 insieme a Clara, l'estenuante, ma anche sfolgorante  turnèe intrapresa in Russia, favoriscono in  Schumann l'insorgere di un forte esaurimento nervoso. Lo stesso  si risolverà, ma lo risparmierà ancora e soltanto  per pochi anni. Il tempo di comporre ancora nel 1848, l'inizio della " Mandred Ouverture".  Nel 1849, all'apice della sua produzione musicale, comporrà anche " il  Requiem per Mignon  op. 98" , le  "Romanze e ballate" op.67, op.75, op.145 e 146, le Scene dal Faust di Goethe e diverse opere corali.  Nel 1850,  diviene direttore dei concerti a Dusseldorf, dove si è stabilito e compone la Sinfonia n°3 " Renana" op.97.   Il 1853, favorisce l' incontro con Johannes Brahms, ventenne,  ancora sconosciuto. Schumann ravviserà in quel ragazzo un inconfondibile talento, prevedendone il successivo, grande successo.  Le condizioni psichiche del compositore, stanno  rapidamente degenerando. Prendono a materializzarsi  in devastanti crisi ed allucinazioni. Nel 1854, il tentativo di suicidio nelle acque del Reno, lo porta al  ricovero in  una clinica psichiatrica, nei pressi di Bonn.

Il 29 giugno del 1856, nella stessa struttura a Endenich, Schumann muore senza più avere acquisito lucidità, tra l'angoscia  della famiglia,  degli stessi  suoi  già innumerevoli  estimatori.

 Fu grande, vero amore, quello che indissolubilmente legò il compositore alla moglie. Lei, lo ricambiò incoraggiandolo,  sostenendolo sempre, pur nei periodi frequenti e bui della malattia.  Seguitò, anche dopo la sua scomparsa, ad interpretare più insistentemente le composizioni del marito, al fine di farlo conoscere pure all'estero.

La dipartita del consorte, non rimarrà, per lei,  unico dramma  familiare.  Anche quattro degli  otto figli, moriranno. Un altro si spegnerà come il padre, in una casa di cura psichiatrica.

I'ultimo concerto di Clara Josephine Wiech Schumann,  risale al 1891. La grande apprezzata, artista, giunta al successo per la sua  innata capacità interpretativa, che nel 1838 a Vienna ottenne il grande riconoscimento di " Virtuoso imperiale di camera", si spegnerà a 76 anni. Solo  cinque anni più tardi, lasciandosi  alle spalle una vita intrisa di meritata fama ed amore, ma anche di immani tribolazioni e sofferenza. Verrà sepolta nel cimitero di Bonn, accanto al marito.

La rivista fondata da Robert Schumann nel 1834, pur passando di mano,  sempre gestita da grandi nomi della musicologia tedesca,  ha varcato indenne i secoli. Tutt'ora  in auge, seguita ad uscire  in Germania,  con  scadenza bimestrale.

 

Niccolò Paganini fu  simbolo di grandiosità e stranezza. Brutto all'inverosimile, cadaverico, sempre vestito di nero, attirò su di sè  lugubri, demoniache leggende.

Impareggiabile violinista, rese uniche ed inimitabili le proprie composizioni. Odiato ed amato, ma pur sempre osannato, era in grado di far  riempire  i  teatri dove si esibiva, facendo lievitare   i prezzi dei biglietti d'ingresso.

" Il trillo del diavolo" e " Streghe", fanno parte delle sue più celebri composizioni. Il  violino   " cannone" Stradivari che utilizzava, costruito nel 1697,  le cui corde si narra siano state intrise di un'altra aghiacciante leggenda, è suonato ( lo sarà a vita, pur appartenendo ad una banca svizzera ) da un altro  grande talento, ex  bimbo prodigio ungherese, Edvin Marton ( nato a Tiszaùjlak nel 1974 ).

Affetto da tubercolosi, Paganini,  in seguito ad ulteriori complicanze, si spense nel 1840.

Solo diversi anni dopo però  i suoi resti, dopo le contestazioni del figlio Achille,  trovarono finalmente  pace nella tomba di famiglia nel cimitero Villetta di Parma. Sino a quel momento la Chiesa, basandosi su quanto di negativo gli veniva attribuito,  non lo aveva ritenuto degno di essere sotterrato in terra consacrata.

 

(Elaborazione immagini di Claudia)

 

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