Non sono trascorse che poche settimane dalla  sua prematura fine. Giorni, in cui si è detto e scritto di tutto. Dilagano biografie, le possibile cause del decesso, attribuito presumibilmente, come accadde per Elvis Presley  (escludendo a priori la possibilità di poterne seguire il destino, diceva...- " The way Elvis destroyed himself interests me, because I don't ever want to walk those grounds myself."-  )  ad un potente ed illegale farmaco o a un micidiale cocthail  degli stessi.  Lui, Michael Jackson, è  però ancora quì in mezzo a noi, imprigionato nei molteplici misteri che lo avvolgono,  nell'adorazione e nelle lacrime dei suoi fans. Rimane persona viva nei filmati dei concerti, nelle interviste fattegli, che ora affollano Internet, i canali  televisivi, rendendo più pesante, inaccettabile, quel silenzioso addio denso di contraddizioni. Sembra avesse già iniziato a fare prove per il lungo tour ( ben 50 concerti) che si accingeva ad intraprendere. Fosse allegro, in buone condizioni fisiche. Lo show  << This is it >>, avrebbe dovuto esordire all'arena di Londra, il 13 luglio.  In contrapposizione, altre voci, diffondono versioni allarmanti, impietose, che lo davano da tempo sofferente, ormai incapace di muoversi, ballare, seguitare a cantare. Sembra spendesse cifre paradossali, per rifornirsi quotidianamente di farmaci. Fosse ossessionato dall'idea della morte; presentisse il lungo viaggio che stava per intraprendere, confessando  alla sua piccola Paris, che non sarebbe arrivato a festeggiare la Festa del papà.

Nuovi sospetti, vengono alimentati dalla famiglia. Ipotesi di... omicidio, nei confronti di  medici e di quanti avrebbero individuato nella  sua dipartita, nell'immane emozione  che avrebbe suscitato, una ingente fonte di introiti, dovuti  all'impennarsi delle vendite degli album. E' quanto, infatti, sta accadendo... Solo negli Stati Uniti, nei giorni successivi la scomparsa, furono vendute ben 422.000 copie. Attualmente, superano le  novecentomila...

La verità, quella autentica, però, Jacko, l'ha portata con sè. E' rinchiusa in una bara dorata che lo costringerà a riposo forzato per l'eternità. Non dovrà più pensare ai debiti, alle umiliazioni per  le accuse infamanti e false che l'hanno in vita profondamente provato.  Riposerà.... libero come l'aria, ormai privo delle pressioni di coloro che, alle sue spalle, dai suoi strepitosi successi ed incassi, traevano guadagno. Potrà dimenticare la sua  difficile infanzia. Magari.... perdonare quel padre  troppo autoritario, violento, che a  soli sette anni, lo aveva costretto a cantare con i fratelli in quel gruppo, ( i Jackson 5)  di cui divenne subito la "primadonna", contribuendo a renderlo famoso.

Sofferta imposizione che lo aveva privato del diritto di ogni bambino, di poter  liberamente giocare che, pur lasciando nell'animo  tracce indelebili, gli aveva fatto prendere coscienza  dell'unicità delle sue doti. Quell'incolmabile vuoto, emergerà   costantemente dai suoi   atteggiamenti, dallo stesso stile di vita eccessivo che condurrà. Resto ad osservare scorci della stessa,  attraverso la virtuale finestra che si è aperta repentinamente, inesorabilmente sul suo mondo. Su quanto ha sempre cercato di proteggere, celare alla bramosìa della gente, dei media avidi, mai sazi di nuovi dettagli. Ai miei occhi, emerge l'affresco di un'esistenza intensa, travagliata, bruscamente interrotta a soli cinquant'anni, oggetto ormai di culto,  speculazione e, cosa ancor più orrida...battaglie legali per l'eredità. Un scisma, che porta allo scoperto  dettagli inediti celati dietro una parvenza dorata, che stanno più che mai umanizzando l'idolo, mettendone in evidenza la fragilità, l'insicurezza, le mille fobie... Quel grande insuperabile complesso, che ha tramutato negli anni il volto del bel ragazzo di colore, in un viso devastato dagli interventi estetici,  da una rara malattia della pelle che sosteneva lo affliggesse.

Michael ( lo confermano quanti lo hanno conosciuto e gli sono stati accanto...), aveva un immenso bisogno d'affetto. Bramava offrirne, attraverso le sue canzoni, il suo inimitabile modo di ballare ed imporsi,  perchè la gente potesse amarlo, ricambiarlo. Dietro  quell' infaticabilità  ed esuberanza, dietro sorrisi di circostanza, penso in realtà celasse un uomo immensamente solo e triste che tentava di attingere dai suoi fans, dalla tenerezza nei confronti dei bimbi, dei suoi stessi figli, la linfa vitale necessaria per seguitare a sentirsi utile e vivo.

Con lo spettacolare parco di Neverland, la splendida villa, che gli costarono una fortuna,  Jacko, aveva voluto concretizzare la sua favola. Immortalare, ricuperare forse quell'infanzia, di cui non aveva mai potuto godere.  Offrire un sorriso, forse l'ultimo, a piccoli malati terminali, a bimbi poveri  e non, accompagnati in quel paradiso da familiari, maestre, assistenti  appartenenti ad Associazioni.  - " Lo so che non posso guarire il mondo" - diceva - " ma posso aiutare." - Quel mondo denso di fantasia, era per lui, pure  anelito di libertà, desiderio di trattenersi.... bambino, in mezzo ai bambini.. Michael era il Peter Pan buono che riusciva a riempire, con la sola sua presenza, i palcoscenici. Il Re Mida, che tramutava in oro tutto quanto toccava. Sovrano incontrastato  del Pop dall'animo immenso, innocente e generoso.  Amava ridere,  amava la vita, ha confermato tra le lacrime, la bella attrice ed amica Brooke Shields.

Nulla lasciava presagire, che sarebbe stata tanto precocemente recisa. Ogni  grande stella, ogni persona unica e speciale, sovente, quaggiù, è però  solo di passaggio. Inviata  per lasciarvi inevitabilmente  l'impronta, atta a renderla  immortale. Così è stato per  Marilyn Monroe, la principessa Diana, Hayrton Senna, Elvis Presley. Un'impronta.... ed un monito che ogni volta ci ributta dinnanzi, in tutta la sua crudezza, l'imprevedibilità della vita, la limitatezza, l'impotenza umana dinnanzi a simili eventi, quel senso di imparzialità che solo la morte riesce ancora a mantenere.

Il Tour, non potrà più decollare, ma gli è stato concesso un ultimo immane spettacolo... Il più grande e seguito. Quello del suo funerale, della commuovente commemorazione  tenutasi allo Staples Center di Los Angeles, dove, un fiume incontenibile di fans,  gli si è stretto intorno, insieme a prestigiosi nomi della musica, alla stessa sua  famiglia, per potergli porgere un ultimo, simbolico, eterno abbraccio... Il ringraziamento per quanto di magico e grandioso, ha saputo regalare.

La piccola Paris, secondogenita  dei tre splendidi bambini del cantante ballerino, verso il termine della manifestazione,  ha voluto il microfono per  offrire al babbo, l' ultima, struggente testimonianza d'amore.

Dagli occhi azzurri, le lacrime scendevano a dirotto , mentre pronunciava queste poche, commuoventi  parole...                          

Si è gettata,  poi, in cerca di  conforto, tra le braccia della zia.  Ora, abbassato virtualmente il sipario, quello che voglio sperare con tutto il cuore,  è  che queste innocenti creature vengano lasciate in pace. Libere di  vivere un'esistenza consona alla loro età.  Libere di sentirsi normali pur se gravate da una immane e scomoda eredità, incluso il cognome impegnativo che portano. Quello  di un padre,  che è già leggenda e mito. Spero che chi si assumerà l'impegno di crescerli, sia realmente e disinteressatamente in grado di  assolvere la propria missione con amore... Unicamente per  loro amore .

Dimenticare musiche come Triller (che, nel 1982, fu l'album più venduto, raggiungendo  i sessantacinque milioni di copie) - Dont Stop Til you Enough - Beat itYou Rock my World, sarà impossibile. I ragazzi, le ragazzine in lacrime che lo hanno sempre seguito estasiate ed urlanti,  seguiteranno ad ascoltarle,  cantarle,  farlo rivivere attraverso la sua stessa voce, le immagini..

Indimenticabile e sensuale il video che,  nel 1991 girò con una giovanissima Naomi Campbell per la canzone In the Closet.

Due cose in particolare di lui, mi resteranno nel cuore..  La tenerezza spontanea che dimostrava nei confronti  dei bimbi.

Li aveva inclusi pure in alcuni video ( canzone Heal the World) , negli stessi concerti.

ll gesto nobile e bellissimo, comunicato in anteprima durante un'intervista, che, se fosse rimasto in vita, avrebbe  sicuramente concretizzato.. Quello di adottare due bambini,  per ogni continente.

Un angelo con grandi ali candide, in uno dei suoi show,  recentemente trasmesso,  in chiusura, veniva calato dall'alto, sino a raggiungere il palco. Accanto a Jako, le ali  si schiudevano, per poi rinchiudersi protettive, quasi occultandolo all'interno. Forse una premonizione, nella profonda  spiritualità della scena..

Penso che proprio un vero angelo sia sceso a raccoglierlo, il  25 giugno di questa triste estate del 2009 ! Stretto tra le sue ali, portato tra le nuvole. Ed è così che desidero continuare ad immaginarlo.... Mentre danza, si esibisce,  dinnanzi ad un'immensa platea piumata, luminosa, circondato da cherubini  paffuti, biondi ed estasiati.

  

 Pochi giorni dopo la morte del re del Pop, si diffuse  la notizia, che l'artista avrebbe avuto una parte di sè, anche in Norvegia.  Un figlio; il primo, oggi venticinquenne,  ballerino. Rivelazione, smentita in seguito dall'interessato. Che lo fosse o no, sta di fatto che  Michael, se lo è sempre tenuto molto vicino.  Era spesso ospite nel ranch di Neverland.

In prima fila con i parenti più stretti e gli altri tre figli del cantante,  durante il funerale.

Se realmente non lo è, permane il dubbio su quella forte somiglianza che li accomuna. Negli anni dell'infanzia, in modo più evidente,  Omer Bhatti, aveva gli stessi lineamenti regolari e belli dell'indimenticabile Jackson.

 

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