Diversamente da altri  celeberrimi compositori, Ludwig Van Beethoven, non nasce come bambino prodigio. L'incontro con la musica,  lo studio del pianoforte, non è una scelta inizialmente spontanea, ma imposta dal  padre (  musicista con il nonno a corte) alcolista e violento, che  non usa la  persuasione per incoraggiarlo a studiare, bensì, sovente, maniere forti.  Lo presenterà presto in pubblico quale precocissimo "genio",  cercando  di sfruttarlo per trarne  ulteriore  guadagno.

Ludwig, nasce a Bonn, in Germania nel  1770. Perderà la madre Maria Magdalena, donna semplice e tranquilla, quando è solo un ragazzo. Il grande dolore,  reso ulteriormente pesante dalla dimostrata  incapacità paterna a provvedere pure economicamente alla famiglia,  lo  porterà a prendersi  a carico i due fratelli minori.

La  vera educazione musicale  inizia   nel 1782 accanto al compositore Cristian Gottlob Neefe. Ne sposerà  pure  le teorie; la convinzione che le composizioni  possano risvegliare amore verso la verità, la libertà, l'uguaglianza. E' proprio infiammato da questi suoi ideali, ulteriormente alimentati  dai grandi mutamenti politico/sociali/culturali che si stanno verificando, che darà vita a  concerti e  brani  grandiosi,  intrisi  di solenne, espressiva atmosfera. Del  1782 sono  le  "variazioni per pianoforte su una marcia di Dressler". Tra il 1776 e il 1783,  La Rivoluzione Americana, promossa da Thomas Jefferson,  dopo un lungo conflitto militare,   porterà finalmente alla  "Dichiarazione d'indipendenza"; ai diritti dell'uomo alla vita, alla libertà.

Il 1784, lo vede  organista  a corte. L'anno successivo, compone il " trio per pianoforte Op.1" . Ha solo 17 anni, quando intraprende il primo viaggio a Vienna. Mozart, all'epoca trentunenne, lo sente suonare. Entusiasta, profeticamente declama che quel giovane talento  farà nel mondo,  tanto parlare di sè...

Il repentino aggravarsi della salute materna, lo costringe a tornare a Bonn. Il sostegno dei mecenati, gli permette di  ampliare e comporre sinfonie  sempre più  " imponenti". Solo con uno di loro, però, riuscirà a creare  un legame di profonda, sincera  amicizia. Il conte di Waldstein,  contribuirà  a ricondurvelo. Un invito a rientrarvi, giunge  pure da Joseph Haydn che,  durante una visita a Bonn, conosce  il giovane Beethoven e resta colpito dal grande talento che le sue composizioni sprigionano. Ludwig  farà ritorno  definitivamente a Vienna,   nel 1792.   Per un breve periodo studierà con lo stesso Haydn, per poi  passare  allievo di  un altro grande compositore, Giovanni Salieri. La capitale austriaca, favorirà ed espanderà  la sua fama, fino a farlo diventare  internazionale..

Siamo il piena Rivoluzione Francese ( 1788-1799).  Gli insorti, con l'assalto e la presa della famosa Bastiglia e la  decapitazione del re Luigi XVI, liberano il paese dalla monarchia  portando in auge  il valore, del generale  Napoleone Bonaparte.  A lui, Ludwig, spirito indomito,  poco incline alla vita di corte, rivolge la propria ammirazione e dedica  la sinfonia " Eroica". Ne rimarrà  in seguito, scoprendolo proiettato al raggiungimento del potere, profondamente deluso.

 Tra il 1798 e il  1799, compone  la " Patetica "; sinfonia che più di ogni altra, rispecchia il temperamento focoso dell'artista.

In contrapposizione ai crescenti successi, si sta però abbattendo sul  compositore, una pesante calamità. Ha solo 28 anni quando  inizia  a perdere l'udito.  A Heiligenstadt, dove sconvolto si ritira  per un periodo di riposo, scrive il famoso " Testamento di Heiligenstadt". Vi  riverserà tutta la sua disperazione  materializzandola in quella che sarà   una  sinfonia dai toni  cupi, a tratti  tempestosi. Arriva a pensare al suicidio. Vorrebbe mettere fine  ad un'esistenza  di solitudine, priva del conforto di una  famiglia propria. ( Beethoven si innamorerà più volte,  ma non si sposerà mai Interiormente sta vivendo un inferno che si ripercuoterà negativamente sul suo già difficile carattere. L'insofferenza,  gli  farà perdere  potenziali protettori.  Trova però la forza di reagire.  Seguita a comporre pezzi memorabili, tra cui, verso la fine dell'800  , " Primavera", sonata per violino e pianoforte op.24". Nella  parte iniziale, I'armonia del  violino, riporta  la stessa dolcezza che può trasmettere il ritorno di tale incantevole stagione. La .dedica al conte Moritz von Fries.

 Tra il 1800 e il 1802, compone il " Concerto per pianoforte n°5, in do minore, dedicandolo a Luigi Ferdinando di Prussia. Lo  riprenderà   tra il 1804 e il 1808 infondendogli ulteriore energia, per il

conte Razumowsky ed il principe Lobkowitz.  La  splendida   " Sonata per pianoforte n° 14 " Al chiaro di luna"   del  1801, dedicata alla contessa Giulietta Guicciardi di cui  si è invaghito, ( lei gli  preferìrà e andrà sposa ad un altro ) esalterà una soffusa, meditativa, amara dolcezza.   Seguiranno, nel 1802,  le  " Romanze per violino e orchestra   op.40 e. 50".

 Tra il 1804  e il  1806, Beethoven,  compone  " Appassionata " per Therèse von Brunsvick, la  donna amata del momento.  E' del  1806  lo splendido "Concerto per violino e orchestra op 61".   Dedicato all'amico Stefan von Breuning, è decisamente insolito per la tranquillità che trasmette.

IL 1805 è per Beethoven un anno devastante. La  malattia sta rapidamente avanzando. Il compositore diviene più schivo. Tende a ridurre le apparizioni, a rifugiarsi più frequentemente  nella campagna viennese. Il disagio esistenziale, l'angoscia  si riflette negli straordinari  conflitti ritmici, della  " Sonata per  violino e pianoforte op.47 ". Toccante,  è la sinfonia n° 6 " Pastorale". Mentre intorno  sta calando il silenzio e la musica  è unicamente il cuore ora a sentirla sgorgare e ad  udirla, ancor  più profonda e grave,  si leva in essa,  il suo  grido d'amore, nei confronti della natura, della stessa campagna. Maestoso è pure il  Concerto per pianoforte n°5 " Imperatore " dedicato all'arciduca Rodolfo.

Il 1815, lo trova ormai completamente sordo. Interrompe ogni pubblica attività, ma non lo sforzo di ridare un senso alla vita, continuando a comporre. E' del 1818  la " Messa Solemnis". L' unico ponte che crea per mantenere il contatto con i suoi estimatori, è dato dai "Quaderni di conversazione" che scrive.

Solo tre anni prima della morte, nel 1824, completerà la Sinfonia n° 9, suo capolavoro per eccellenza. Sarà l'ultima.  L''orchestra, nell'ultimo tratto,  si lega al coro e ai coristi  ( è la prima volta in assoluto che accade  ) in un potente ed emozionante finale. La stessa viene presentata per la prima volta al Teatro Porta Carinzia di Vienna, il 7 maggio dello stesso anno. Il successo è strepitoso , ma l'autore non può più udire il pubblico ineggiante,  letteralmente in delirio.

Beethoven si spegne il 26 marzo del 1827, colpito, sembra, da polmonite. Ha solo 56 anni.  La  dipartita del grande compositore, suscita profonda emozione. Al funerale una moltitudine di persone, giunge ad onorarlo. La sua musica, gli regalerà l'eternità.

E' l'anno 2003. L'Unesco riconosce la Sinfonia n°9, quale prezioso patrimonio dell'umanità.

 

( Elaborazione immagini di Claudia )

 

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