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Giuseppe
Verdi

Ci sono momenti nella
vita, che non si dimenticano. Lasciano impressa nel cuore un'emozione
senza eguali.
Insorge quando contemplo quadri dei pittori che prediligo, ascolto un certo
tipo di musica. La ritrovo quando vado ( più opportuno sarebbe parlare.. al
passato. Quando..."andavo"... Un vissuto che fa male; mi
riporta al presente e alle mie attuali difficoltà ) a visitare luoghi che
tanto hanno da narrare, calpestando suoli già calpestati da grandi,
indimenticabili personaggi.
Le località verdiane, ho
avuto la fortuna di averle infatti visitate prima. Prima che la malattia
mettesse un veto, riuscisse a limitarmi. Prima di impedirmi quanto vorrei di
nuovo poter fare; risalire la stretta, angusta scala della piccola
casa natale di Giuseppe Verdi per portarmi in quel rustico piano
superiore che udì il suo lontano, primo vagito.
Nacque infatti lì, il celeberrimo musicista. In quell'umilissima
dimora in Roncole, piccola borgata formata da una manciata di
case e cascine, all'epoca territorio francese, il 10 ottobre del 1831. Registrato poi all'anagrafe, con il nome di Joseph Fortunin Francois.
Il padre
Carlo era oste, la madre, ricamatrice. Origini contadine
le sue, che non rinnegherà mai. Al contrario, ogni volta che vorrà
ritrovarsi, tornerà nella sua terra, tra la sua gente.
Un grossista del padre,
Antonio Barezzi, presidente della Filarmonica di Busseto, fu il primo a
credere nella grande predisposizione musicale del piccolo. Per
favorirne lo sviluppo, ospitandolo nella propria abitazione, si accollò l'onere delle lezioni private che
decise di fargli impartire, La pratica, il
bambino la farà con l'organo della chiesa di Busseto. Don Pietro
Baistrocchi sarà il primo maestro. All'esame di ammissione presso il
conservatorio di Milano che oggi porta il suo nome, verrà
incomprensibilmente respinto, ma
la sconfitta non ne affievolìrà la determinazione, nè annienterà
l'entusiasmo del benefattore.
Con il suo costante
supporto e la borsa di studio ottenuta dal Monte di pietà ,
il giovanissimo Verdi, fa i primi passi alla Scala.
Il 1936, ha in serbo per
lui, due eventi importanti. Vince il concorso di Maestro di musica del
comune di Busseto e porta all'altare Margherita, figlia del mecenate,
che gli darà due figli. Con la famiglia, insoddisfatto della tranquillità economica raggiunta, torna a Milano.
"Oberto Conte di San
Bonifacio" che presenterà alla Scala ,riscuoterà un discreto successo, ma
anticiperà un periodo oltremodo straziante, cupo, della sua esistenza.
I bimbi e la moglie si ammalano. Il dolore per la scomparsa di Icilio,
Virginia e dell'amata
sposa, insieme al fallimento dell'opera comica " Un giorno di
regno", lo porteranno a pensare di non comporre mai più. Intento a cui
non terrà fede.
Il Nabucco, composto nel
1842, presentato alla Scala, otterrà, supportato dalla già grande
soprano Giuseppina Strepponi, un successo strepitoso. Sia quest'opera che la
successiva, " I Lombardi alla Prima Crociata" saranno mal tollerati dal
governo austriaco che vi leggerà un incitamento verso un più
forte patriotismo, nei confronti degli italiani stanchi
dell'oppressione asburgica. I sei anni successivi saranno di lavoro intenso.
Seguiranno, mentre si radicherà il rapporto
con la Strepponi, nuovi inevitabili trionfi tra cui " Ernani", " I
masnadieri", " Luisa Miller".
Nel 1848, a Parigi,
inizierà la convivenza con la cantante. E' però anche l'anno in cui a
Sant'Agata, in provincia di Busseto, costruirà una
splendida, grande villa. La disegnerà di suo pugno, iniziando ad
abitarla con Giuseppina ( che sposerà nel 1859) nel 1851. In quella
tenuta,
troverà la pace, l'armonia, l'ispirazione necessaria che lo aiuterà a
comporre altri indimenticabili, immortali capolavori. Del 1853 sono " Il
Trovatore", " Traviata", " Il Rigoletto". Dirà in una lettera a
Francesco Maria Piave : " Quando sono fra me e me, alle prese con le
mie note, allora il cuore palpita, le lacrime piovono dagli occhi e la
commozione e i piaceri sono indicibili".
Sempre personalmente, si
impegnerà nella creazione del meraviglioso parco, che renderà
ricco di angoli riposanti, statue, piante. Non mancherà neppure la grotta,
un laghetto. Il tutto immerso in luci suggestive ed ombre. Ancora dirà : "
Questa profonda quiete mi è sempre più cara.. E' impossibile ch'io trovi per
me ove vivere con maggior libertà...".
Il 1854, lo vedrà
nuovamente con la compagna a Parigi. L'anno successivo, comporrà i " Vespri
Siciliani".
Nel 1861, sarà il Teatro
di Pietroburgo a commissionargli " La forza del destino", mentre il 1871,
vedrà la nascita della splendida opera " Aida".
La morte di
Alessandro Manzoni, due anni dopo, gli ispirerà la famosa " Messa di Requiem" e ben
16 anni più tardi, dopo essersi impegnato pure politicamente ed essere stato
nominato nel 1874 " Senatore del Regno d'Italia", partorirà"Otello ",suo
penultimo e ancor strepitoso successo .
L'addio al teatro, Verdi
lo darà nel 1893. "Falstaff ", sarà l' indimenticabile congedo. Dopo la scomparsa della
moglie ( 14 novembre 1897 ), per la seconda volta sconvolto e solo, il
grande compositore si ritirerà
all'Hotel de Milan.
A Milano, darà infatti l'
addio anche alla vita il 27 gennaio del 1901.
Altre sue grandi
opere furono : " Giovanna D'Arco", " Il ballo in maschera", " Simon
Boccanegra":
Immenso come artista e come uomo, il medesimo non mancò di offrire grandi
gesti di altruismo.
Nel 1888, finanziò ed inaugurò un ospedale a Villanova D'Arda. Fece inoltre
edificare a proprie spese ( a Milano) la Casa di Riposo per musicisti.
L'oratorio della stessa,
ospita la tomba dell'indimenticabile musicista e della cantante.
Arturo Toscanini presenziò, sulle note ed il coro del " Va pensiero"
del Nabucco, alla cerimonia di riunificazione in morte della celebre
coppia.

Verdi, ha attraversato
un periodo importantissimo
della storia d'Italia.
L'anno successivo alla
sua nascita, Napoleone Bonaparte, sconfitto a Lipsia, provocherà
inasprimento e saccheggi da parte delle truppe austriache e russe, nei
confronti degli stati italiani gestiti dai francesi. Verdi,
passerà attraverso i motti rivoluzionari del Mazzini ( 1830), affiancando
quarant'anni del proprio crescente successo a ben tre guerre
d'indipendenza ( 1849 - 1859 - 1866 ) scoppiate per liberare il territorio
italiano dalla
dominazione straniera. Indimenticabili i nomi, quali Cesare Balbo,
Massimo D'Azeglio, Camillo Benso Conte di Cavour e primo ministro piemontese. Quest'ultimo trasformò il Regno di Sardegna
in un paese attivo, mettendolo in condizione di poter affrontare lo
scontro militare
con l'Austria.
L'alleanza diplomatica
franco-piemontese porterà, nel 1859, alla sconfitta degli austriaci che
saranno costretti a cedere la Lombardia. Al Piemonte ( Regno di Sardegna )
si annetteranno i ducati toscani e emiliani. Sarà Giuseppe Garibaldi, con
la famosa < spedizione dei mille > a conquistare il Meridione. Lo metterà
nelle mani di Vittorio Emanuele II che verrà proclamato nel 1861 Re
d'Italia. La terza guerra d'indipendenza, porterà l'annessione anche del Veneto e
Venezia.
Roma, verrà proclamata
capitale solo nel 1870. Quando i bersaglieri, aprendosi un varco a Porta Pia,
riusciranno ad entrare militarmente, togliendola allo Stato Pontificio,
    
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