Era l'anno 1957 quando nel giardino 41, lotto 86 , del cimitero Musocco di Milano, fu sotterrato, sotto il falso nome di Maria Maggi, il corpo di una giovane donna deceduta in Argentina.  Quando venne riesumata, dall'esterno legno marcito,  emerse, apparentemente intatta, la bara interna  in argento, dalla cui finestra in vetro si poteva intravvedere  la salma  imbalsamata, perfettamente conservata.  Era quella di Evita Peron, scomparsa a soli 33 anni. Eva fece  finalmente ritorno nella sua Argentina ed il 22 ottobre del 1976, partendo dalla residenza presidenziale di Olivos verso il cimitero della Recoleta a Buenos Aires, celata sotto un materasso, per non poter essere riconosciuta e issata su  un autocarro, venne portata dagli uomini dell'esercito,.nella Cripta della famiglia Duarte.

  Allontanata dalla sua terra, per motivi di sicurezza dopo due anni, per venti, interminabili, fu costretta a vagare tra due continenti  e differenti città. Dopo che Peron fu esiliato in Paraguay, gli antiperonisti, lungamente repressi, insorsero infierendo e distruggendo   tutto quanto potesse ricordarla.  Bulldozer,  spietatamente abbatterono anche gli stessi suoi monumenti, ma non riuscirono a scalfirne il mito. La venerazione che il popolo ha sempre nutrito nei suoi confronti.

Eva Maria Ibarguren, nacque il 7 maggio 1919   a Los Toldos, desolato,  polveroso,  povero  pueblo, sorto sul territorio precedentemente occupato da un accampamento Indios. E' figlia di una giovane di discendenza basca, Juana Ibarguren e dell' amante, piccolo proprietario terriero, Juan Duarte. Una ragazza povera delle Pampas, aveva, quale unica speranza, quella di incontrare un uomo facoltoso e sposato che potesse mantenerla. Juan, con lei, ebbe cinque figli che crebbero  in povertà, dovendo quotidianamente confrontarsi con la diversità, il marchio  di illegittimi, emarginati, evitati dagli stessi altri bambini. Quando il padre morì, Eva, la più piccola, non aveva che sette anni. Solo grazie ad un fratello del defunto, i bambini riuscirono a vederlo per l'ultima volta, ignorati da dona Estela  che, moglie legittima,  cercò di eclissare l'evidente tradimento del marito, tentando di impedirlo.

Rimasti soli, per i figli non naturali di Juan  e la  madre, si defilò un periodo  estremamente difficile. Senza più mezzi di sostentamento (la sola cosa che  il genitore aveva lasciato  loro, era unicamente   l'ufficiale  riconoscimento) e per poter seguitare a  pagare la pigione dell'unica stanza, le femmine, inclusa la piccola Eva, dovettero  trovarsi lavoro come cuoche, nelle estancias del posto. Fu in quella circostanza, che la bimba,  aiutando in cucina, scoprì l'opulenza, la ricchezza, in netto contrasto con la  loro povertà. Diversità, che le causò  profonda sofferenza.

Tre anni dopo la morte dell'amante, Juana, trovò un nuovo protettore. Un piccolo politico radicale del posto. Le cose parvero migliorare. Anche la casa cambiò. Quella nuova, un po' più grande della precedente, era sita in una zona con qualche negozio ed una strada asfaltata.

All'epoca, Eva, non era  una ragazzina  carina e studiosa. Coltivava solo un sogno;  quello di  diventare  attrice. Aveva 15 anni, quando si innamorò e seguì a Buenos Aires Agustin Magaldi, un giovane cantante venuto ad esibirsi a Junin. La ricerca di un lavoro,  di un piccolo ingaggio che potesse almeno permetterle di sopravvivere in quella nuova, immensa città,  fu ardua.  Nel 1935, quando sembrava che le cose stessero precipitando, ottenne la  prima piccola parte in una commedia. Di scarso rilievo,  furono anche le successive.. Aveva salute  cagionevole. I compensi da fame erano proporzionati al vitto, sicuramente molto  scarso, che poteva concedersi...Era costretta a lavorare anche la notte per poter inviare costantemente alla madre, 700 pesos al mese. Come se li guadagnasse,  rimase un mistero che diede luogo ad illazioni, dubbi, legati alla prostituzione. Le delusioni nella caccia di un'occupazione, venivano compensate dai successi nella ricerca di amanti, scelti appositamente per semplificarle il percorso. Quando si innamorò di Emilio Kartulovic, proprietario del " Sintonia Magazine", che si occupava di film e teatro,  ed in seguito dell'attore Pedro Quartucci, le cose iniziarono a migliorare. Ebbe una piccola parte nel film  "Seconds out of the Ring". Ne seguirono altre  che intervallava con  ingaggi come modella. Iniziando a frequentare l' ambiente della moda, la giovane Eva,  iniziò a curare maggiormente il proprio aspetto, trasformandosi, in breve,  da brutto anatroccolo a  gradevole cigno.

 Aumentando le finanze, anche lo spettro della fame si allontanò. Divenne un'apprezzata annunciatrice di telenovelas Su Radio Argentina, Radio El Mundo, Radio Belgrano. Quest'ultima, tramite una serie radiofonica intitolata " My Kingdom of  Love" (era il 1943), la rese famosa in tutto il Paese. Comparve anche su un paio di copertine del settimanale radiofonico Antena.Nello stesso anno, un colpo di stato militare, diede  potere ad un gruppo di generali.

Evita, incontrò la prima volta il futuro marito, durante uno spettacolo a Luna Park, da lei stessa richiesto all'amante del momento. Lo volle  a scopo benefico, in seguito al terremoto che nel 1944, provocò migliaia di morti in una città di San Juan. Giunta sottobraccio al   colonnello Anibal Imbert, notò un  bell'ufficiale, all'inizio della sua carriera, che  stava colloquiando con una  graziosa attrice. Era rientrato da poco in Argentina  dopo aver trascorso due anni in Italia, studiando Mussolini ed il fascismo.  Era  Juan Domingo Peron. Non perse tempo per avvicinarlo, cercare di conoscerlo e fu con lui, che trascorse quella notte. Il 9 dicembre del 1945, lo sposò.

In quell'anno, arrestato e rilasciato , Peron seguitò a lottare per l'aumento dei poteri della classe operaia, ottenendo il moltiplicarsi del numero degli iscritti al sindacato. Evita, memore delle sue umili origini, supportò sempre gli ideali del marito, parteggiando per i descamisatos. Il suo sostegno,  facilitò notevolmente i favorevoli esiti delle elezioni che lo portarono al potere, sia nell'anno 1946, sia in quelle del 1951. Ella, in prima persona, fu fondatrice dell'Argentina moderna, organizzando il ramo femminile del Partito Giustizialista.

Durante il secondo mandato del consorte, tentò, senza riuscirvi, di accedere alla vicepresidenza.

 La politica di Peron, fu  proiettata  sempre verso lo sforzo per l'abolizione della povertà e una maggior acquisizione della dignità lavorativa.  Eva si battè, per restituire quella delle donne, facendole emergere dall'emarginazione nella quale erano sempre state relegate, ridando loro il diritto di manifestare liberamente la propria personalità e quello di accesso al voto. Cercò attivamente di abbattere i molteplici pregiudizi  a causa dei quali,  le stesse, si sentivano schiavizzate.

-"......sapevo che le donne erano una risorsa morale e spirituale per il mondo. Ho preso posto al fianco di tutte le donne del mio Paese per lottare risolutamente con loro, non solo per vendicarci ma anche per le nostre case, i nostri figli, i nostri mariti" -

Nel 1947, bellissima, si recò in Spagna dove trovò all'aeroporto ad accoglierla il generalissimo Franco. In quell'occasione, le venne conferita la più grande onorificenza spagnola; la Gran Croce d'Isabella la Cattolica.

Le successive tappe del lungo viaggio che aveva intrapreso, furono estremamente mortificanti. Umiliazioni che la accompagnarono pure in molteplici altre circostanze.

Il Papa, le accordò un'udienza brevissima.Solo venti minuti.

Nella Capitale francese, incise negativamente la sua origine illegittima e la politica nazionalista del marito. I reali inglesi, rifiutarono di riceverla a Buckingham Palace, causa l'apparente oltraggio subìto,, in seguito alla nazionalizzazione delle ferrovie.

Ritrovò solo rientrando in patria, a Buenos Aires,  conforto nella festosa accoglienza della folla acclamante la loro  "presidentessa".

Dopo il terremoto in Equador del 1949, costato la vita a ben 800 persone, Evita si prodigò per soccorrere ed aiutare i superstiti. Provvide  a trovare medici, infermieri, medicinali, cibi , vestiti. Fece costruire orfanotrofi, case per  madri nubili ed anziani. Centri ricreativi, grandi parchi.

Diede inoltre vita ad  un villaggio in miniatura per  bambini, in cui ne venivano ospitati duecento di età compresa  tra i due e i cinque anni.

La rivolta contro Peron partì  il 28 settembre,  dal generale Benjamin Menendez. Inevitabili furono gli scontri tra i ribelli e l'artiglieria che aveva riconquistato le basi occupate di El Palomar e Campo de Mayo. La sua rabbiosa minaccia di impiccagione, nei confronti dei rivoltosi, non fu mai però mantenuta. I ribelli fuggirono; il generale Menendez, arrestato ed incarcerato. In quei tragici momenti, Eva stava già morendo. Il 17 ottobre comparve sul balcone. Pallida, smagrita, acclamata da una folla immane.  Il suo discorso  riconfermò la devozione e l'immenso amore verso la Nazione, i descamisatos, il marito.  

- " ..... Ho solo una cosa di valore e questa è il mio cuore. Brucia nella mia anima e fa male nella carne. Punge i miei nervi; è l'amore per il popolo e per Peron.... Se il popolo chiede la mia vita, io la darei cantando perchè la felicità di un descamisado vale più della mia vita....." -

Evita venne operata il 6 novembre per un tumore all'utero. Le fu portata un'urna per poter votare alle nuove elezioni che videro vincitore nuovamente il consorte. Il partito delle donne Peroniste, da lei stessa fondato, fu quello che si piazzò meglio. La maggior parte gli diede il proprio voto,  eleggendo inoltre 6 senatrici e 23 deputate. Le sue condizioni, precipitarono rapidamente tra sofferenze allucinanti.  Entrò in coma. Il  26 luglio del 1952, alle 21 e 42, si spense. Nella piazza la gente in lacrime ed al suo  capezzale il marito, vegliavano. Le radio, diedero tempestivamente largo spazio alla tragica notizia.  La sarta la vestì con un abito bianco. Il parrucchiere, pettinò i capelli biondi per l'ultima volta. Il corpo subì un lungo processo di imbalsamazione. Esposta al Ministero, una folla immensa, interminabile, volle omaggiarla del proprio commosso addio. Per il suo ultimo viaggio, non mancarono ad accompagnarla, nè la marcia di Chopin, nè granatieri a cavallo ed un  cannone per trainare la bara. Quando il feretro del grande mito argentino giunse all'ingresso dei quartieri della Confederazione  Nazionale del lavoro, bombardieri Lincoln solcarono il cielo,  e gli spari di saluto  si unirono alla disperazione di quel popolo che non aveva cessato  e mai cesserà di amarla e venerarla.

Eva, fu una delle donne più carismatiche del ventesimo secolo. Emerse dalla miseria per ergersi paladina del popolo, diventare First Lady del suo Paese. Angelo protettore dei bisognosi, tiranna verso quanti riteneva nemici.

La splendida canzone a lei dedicata " Don't cry for me Argentina", fu resa famosa dalla cantante Madonna

                                             

 

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