E' difficile pensare a donne famose, ricchissime, belle, prigioniere di  favole moderne come quella indimenticabile di Diana..., senza immaginarle avvolte da un alone di immortalità, scontata felicità....! Le abbiamo ammirate su rotocalchi, in trasmissioni televisive, sorridenti. Abbiamo fantasticato su quella che immaginavamo fosse  un' esistenza idilliaca,  agiata, splendida, esaltante, per poi scoprire che è proprio nell'apparenza di quella completezza  ad emergere la loro fragilità, la vulnerabilità, la devastante solitudine ed infelicità abilmente occultata dietro il  paravento dorato in cui sono vissute.

Donne che hanno percorso strade parallele e pur opposte ; che si sono trovate a condividere  destini  differenti, ma ugualmente tragici.  Affinità che riscontriamo in  due miti  destinati a non tramontare  mai. Quelli di Marilyn Monroe e Diana Spenser. Entrambe attraenti, bionde, ma estremamente diverse. Attrice, vistosa, provocante, la prima, in contrapposizione alla raffinata, regale eleganza della seconda, passionale ed umana. Entrambe con gravi problemi. Potenzialmente predisposta alla follia, Marilyn, bulimica  ed in seguito anoressica , Diana...Tutte e due, sentimentalmente....sfortunate. 

La Monroe, forse  per la stessa sua incapacità di amare, si smarrì in relazioni e matrimoni che non riuscirono mai ad offrirle stabilità ed equilibrio. La favola dorata della "Principessa triste", si sgretolerà  nell'ingranaggio di un'unione  apparentemente magica, ma sin dal suo esordio minata, vulnerabile, turbata e distrutta da un eterno terzo incomodo; l'amante di Carlo. In delusioni e dolori lancinanti  che la porteranno   presto a cercare amore  tra le braccia di altri uomini, rifugiandosi  in rapporti  non appaganti e di breve durata. Entrambe moriranno  all'età di soli 36 anni  in circostanze tragiche e sino ad ora  avvolte da mistero.

 

 

Diana Spenser è di nobili origini. La sua famiglia risulta essere ancor più blasonata  perchè direttamente risalente agli Stuart, di quella degli stessi Windsor.

Nasce a Park House, il 1° luglio del 1961 da Johnnie Spenser che diverrà l'ottavo conte di Althorp,  e Lady Frances  Bounke Roche, sposata a soli 18 anni, figlia di Lady Fermoy,  dama di compagnìa della Regina. Il padre ed il nonno furono scudieri del Re.  Gli Spenser, dimorano in una grande residenza sita nei possedimenti reali di Sandringham, nel Norfolk.  Vivacissima, ma estremamente sensibile, la piccola subisce e soffre l'allontanamento della madre che, quando ha soli  sei anni, lascia la famiglia per andare a vivere con Peter Shaud Kidd, facoltoso proprietario terriero. I bambini, affidati al padre, crescono senza regole. Raine, la seconda moglie,  tenta invano di raddrizzare la situazione, attirando inevitabilmente su di sè la ribellione dei piccoli. A  dodici anni, Diana, viene iscritta all'Istituto West Hearth nel Kent, per frequentare le scuole secondarie. E' in quel periodo che inizia a fare volontariato presso persone portatrici di handicap sia fisici che mentali e presso case di riposo. Incrementerà il suo interesse, nei confronti dei bisognosi, anche dopo le nozze. Nell'Istituto svizzero Alpin Videmanette, non resiste che sei settimane. Non riuscirà a  raggiungere il diploma. Ama  la musica. Non disdegna neppure quella lirica. Sogna di diventare ballerina.  Ha un temperamento  grintoso, ostinato, ma è pure dolcissima nei confronti dei bambini, delle persone in difficoltà ed ammalate. Questo, la fa molto amare. Adora gli animali, ma non i cavalli. Pratica nuoto, jogging, tennis. Aspira ad un'esistenza il più possibile normale. Per ottenerla  si presta a fare i  lavori  più umili.  Aiuta la sorella Sarah, che in quel particolare momento è molto vicina al Principe Carlo ed al pari suo soffre di disturbi alimentari, nelle faccende domestiche. Lavora come cameriera, babysitter, aiuto-maestra  nell'asilo aperto da  una compagna di scuola, nel lussuoso quartiere di Pimlico. Quando Sarah esce di scena, è Diana la favorita. Prescelta al ruolo di fidanzata del futuro erede al trono. Le sorelle, si prodigano per dirottarla verso questa strada. L'affetto della futura principessa, è rivolto, però da tempo, unicamente ad un altro esponente della Royal Family. Al compagno di giochi dell'infanzia. Il principe Andrea, con il quale sogna un roseo futuro. Sarà  però il fratello ad intessere  e concretizzare, per lei, un destino che si rivelerà oltremodo avverso.

Sembra che Diana, abbia incontrato per la prima volta il Principe Carlo  nel 1979, durante una battuta di caccia. Altre voci contrastanti, sostengono che l'erede al trono, conoscendo sin da bambina la giovane Spenser, non riuscisse neppure a qualificarla quale possibile candidata.

Sta di fatto che il 29 luglio 1981, viene celebrato nella  cattedrale di St. Paul,  il loro matrimonio da favola. Il primo trasmesso in mondovisione. La sposa, emozionata, è bellissima. L'abito che indossa è stato creato dagli stilisti David ed Elisabeth Emanuel, ed ha uno strascico di otto metri.  Lady Di ( a quel tempo già bulimica), ventenne e innamorata, si illude con quel vincolo religioso,  di strappare il marito all'amante  rivale, di cui non ignora l'esistenza. L'unione non interrompe, però, le frequentazioni di Carlo, con Camilla Parker Bowles. Questo, nonostante il disagio, l'insofferenza, i tentativi di suicidio della giovane sposa e la nascita di due bimbi.

William, vedrà la luce  il 21 giugno 1982, mentre  Harry, nascerà  il 15 settembre 1984. Diana li adora.

Si rivela un'ottima mamma. Li  segue con amore. Li educa ed  orienta verso scuole comuni, verso l'umanità.

Quella carità che seguiterà incessantemente  ad ostentare, alimentando  popolarità. Quel personale successo che attirerà su di sè le antipatie di parte della Corte. Al suo fianco, per offrirle  sostegno morale ed aiuto, resterà, fino alla fine, il fedele maggiordomo Paul Burrel. La sua "roccia", come affettuosamente lo chiama la principessa. La spalla, su cui si piegherà nei momenti difficili di quel divorzio, per amore non voluto.  L'amico che raccoglierà la fragilità, i timori, le battaglie della "rosa d'Inghilterra". Le confidenze, le riverserà in libri che, dopo la morte di Diana, scriverà in difesa della "sua regina".

La freddezza del marito, la conseguente infelicità, il dolore, la mortificazione, spingono la principessa,  nel 1986, a cercare conforto, tra le braccia di James Hewitt, maestro d'equitazione. La relazione, dura  ben cinque anni.

Si avvicina agli ammalati di Aids, stringe loro le mani, ha parole di consolazione per tutti.  Nel '92, durante un viaggio in India con il consorte, in occasione della visita alla casa-ospizio dalla stessa missionaria fondata, incontra  Madre Teresa di Calcutta Instaurerà con lei un'amicizia profonda, che si protrarrà  per anni e si interromperà  solo con la scomparsa della religiosa, che anticiperà di pochi giorni la sua.

Nel '95, Henry  Kissinger, le offre un prestigioso riconoscimento per il suo grande, inesauribile impegno umanitario." L'United cerebral palsy humanitarian".  Diana, ne andrà  sempre molto orgogliosa.

In quell'anno, in attesa del divorzio, conosce Hasnat Khan, cardiochirurgo pakistano. Non è nè ricco, nè bello, ma se ne innamora perdutamente.  Sogna di sposarlo. Intimidito, spaventato dalla popolarità e dai riflettori sempre puntati su di lei,  nel 1997, Hasnat,  decide di  mettere fine alla relazione.

 

Questo anno, la vede  pure impegnata, oltre che nel  consueto sostegno a malati e senzatetto, anche nella campagna per la messa al bando delle mine antiuomo. Il  suo viaggio, inizia in gennaio in Angola.  Continua in agosto in Bosnia.

La stampa la insegue. I fotografi la immortalano ovunque. La principessa, con l'acquisizione di una sempre crescente consapevolezza e sicurezza, pure in campo politico, ha  imparato  abilmente a servirsi e a gestire a suo favore i mezzi di informazione.  Ogni  uscita pubblica, si tramuta in un personale successo. Anche il fisico, lo stesso abbigliamento, nel tempo,  si  evolvono. E' inerente agli anni '90  la profonda amicizia che la lega allo stilista Gianni Versace.  Lui le creerà modelli sensuali e splendidi. Dal 1992, data in cui si conclude il matrimonio con Carlo, il suo stile diventerà ulteriormente ricercato ed audace. Risale a quel periodo, l'incontro con Dodi Al Fayed. Inizialmente, è  forse solo lo strumento che  lei utilizza per fare ingelosire Khan che,  al rientro da una vacanza, ad attenderlo,  troverà, poco tempo dopo, un biglietto di auguri della Principessa. Inviatogli  per il suo compleanno, giungerà contemporaneamente alla notizia della sua prematura scomparsa, accompagnata da  un invito, per le onoranze funebri.

Diana era realmente innamorata dell'egiziano Dodi, figlio di Mohamed Al Fayed proprietario dei grandi magazzini Harrods? Sicuramente ne era affascinata, attratta.

In cuor suo continuava ad esserlo del medico pakistano, come molti sostengono?

Quanti libri, quanti articoli hanno ricamato intorno  a tale delicato argomento..!  Quante congetture forse errate, sul  possibile nuovo compagno ed il ventilato sospetto che, da lui, già  attendesse un bimbo..! Lei, la verità..., quella autentica, non potrà più rivelarla...! L'ha portata con sè quel 31 agosto del 1997 quando, alle quattro del mattino, la macchina su cui viaggiava con Dodi, si schianta a folle velocità nel tunnel dell'Alma, contro un pilone, legandoli indissolubilmente, almeno in questo ultimo viaggio verso l'eternità, tra lo sconcerto di quanti  si trovano ad apprendere la tragica notizia. Si schiude, a questo punto, un nuovo mistero. L'incognita sulla causa di quell'incidente, si tinge di fatalità, del dubbio di complotti che, comunque, la principessa temeva; del tetro colore dell'omicidio.

Non è ancora l'alba quando fuori dai cancelli  di Buckingham Palace e della residenza di Lady Di,  Kensington Palace, i mazzi di fiori accompagnati dalla commozione della gente,  si accumulano, trasformando  i piazzali in autentici giardini .

I funerali, si svolgono solo il giorno 6 a Westminster. A porgerle l'ultimo saluto, oltre agli adorati figli, alla famiglia reale, a grandi nomi, si stringe anche una moltitudine immane di gente comune in lacrime.

La morte, ha reso "la principessa triste", immortale nel cuore di chi ha saputo apprezzarla ed amarla. La luce della sua candela continua e seguiterà ad ardere. La " Rosa d'Inghilterra", seppur strappata con inauduta violenza, non potrà più appassire. Seguiterà a germogliare. Rivivrà in quei due ragazzi che ha tanto amato, a cui ha trasmesso la capacità che  lei possedeva. Quella di aiutare il prossimo. I più deboli e bisognosi. William ed Harry si sono infatti a loro volta prodigati, per pura convinzione, in  importanti opere umanitarie  di volontariato . Quest'ultimo,  anche presso un orfanotrofio africano.

La "principessa del popolo", riposa tra il verde e la quiete della tenuta degli Spencer, nella piccola isola di Althorp, dove  le acque del lago, in eterno, narreranno, la sua commuovente e triste  favola.

 

 

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