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L'incedere un po lento, i passi stanchi, il viso tuo di rughe ormai solcato i pochi, attorno, tuoi capelli bianchi l'occhio, alla vita d'oggi, rassegnato.
Ti guardo e penso ai fortunati figli ai quali hai profuso, a piene mani, la tua saggezza, l'onestà, i consigli per farli degni di un miglior domani.
Non le contavi le ore di lavoro e pochi erano i giorni della festa, con tutta l'umiltà, col tuo decoro sfidavi il tempo, gli anni, la tempesta.
Senza mai nulla chiedere hai donato finchè le forze non ti scrisser " fine ".... lo so che qualche lacrima hai versato vegliardo antico dall'argenteo crine.
Ma quella società per cui hai dato la gioventù, l'ardore dei vent'anni, più non ricorda: ha ormai dimenticato e col sorriso segue i tuoi affanni.
Dove sei ora? Sperso in quel giardino di un ospizio di periferia triste perchè nessuno ti è vicino nel tuo dolore, nella malinconia....
Ma che ci vuole, sul tuo serio viso, stampare un bacio... ridare a te il sorriso?
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